Il Rapporto INVALSI 2019. Quanto conta la famiglia?
La ricerca nel campo dell’educazione ha più volte dimostrato che l’ambiente di provenienza influisce in modo determinante sulla motivazione a imparare, sulle aspettative future, sui risultati delle prove di apprendimento, sulla scelta degli studi, e, in generale, sul profitto e sulla carriera scolastica e professionale degli studenti.
Di questo fattore occorre tenere conto quando si confrontano classi e scuole diverse.
Per misurare la condizione socio-economica e culturale degli studenti l’INVALSI costruisce, integrando diverse variabili, un indicatore denominato ESCS (Economic Social Cultural Status index).
La scuola secondaria di secondo grado appare socialmente stratificata, come emerge se si considera l’ESCS medio degli studenti delle quattro tipologie di scuola in cui l’INVALSI disaggrega i risultati delle prove.
A parità di risultati scolastici, in particolare quando questi non sono brillanti, uno studente con uno status sociale elevato sceglie più facilmente una scuola di tipo liceale rispetto a uno studente di condizione famigliare più modesta. (pag. 28)
Inoltre, gli alunni sfavoriti dal punto di vista economico e sociale soffrirebbero di uno svantaggio sul piano cognitivo che si crea precocemente e si manifesta fin dall’inizio del percorso scolastico: tali alunni cioè, per ragioni linguistiche e culturali dovute all’ambiente in cui sono cresciuti e alle stimolazioni ricevute (o, meglio, non ricevute), sono meno preparati degli alunni più favoriti ad affrontare la scuola e a rispondere positivamente alle richieste che da questa provengono. (pag. 31)
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