I social network sono pieni di bambini e nessuno ci fa caso
di Simone Cosimi
Eppure su una piattaforma che non prevede alcun controllo se non la propria “autocertificazione”, i bambini si muovono agilmente spesso con la sciocca complicità dei genitori. Mentendo pur di accedere alle bacheche.
… un dato sembra chiaro: i social network (su Instagram il discorso cambia poco) sono pieni di piccoli. Aiken li chiama “gli invisibili”.
In effetti gli utenti-bambini tendono a collegarsi ai loro coetanei, non lesinano foto e video in cui appaiono in tutta la loro età, affrontano certi argomenti e seguono certe pagine. Insomma, ci sarebbero tutti gli estremi per individuare almeno a campione gli account di questo tipo e sottoporli a una verifica, per esempio chiedendo un documento o una certificazione dei genitori, magari collegando gli account di questi ultimi, se ne dispongono.
Il punto, in effetti, è piuttosto chiaro. Per le piattaforme quello dei bambini non sembra un problema particolarmente significativo. O meglio, non sembra un problema la necessità di pensare una procedura di accesso più stringente.
In fondo, anche quella è utenza, spesso più attiva e ambita di altre fasce anagrafiche.
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