Scuole okkupate, rito-feticcio inutile e diseducativo
A cura di Francesco Delzio
Ma perché, oggi, un ragazzo di 15 anni dovrebbe occupare anzi “okkupare” il suo edificio scolastico? In nome di quale esaltante e improcrastinabile battaglia? In nome di quale ideologia da difendere e da diffondere?
L’occupazione diventa così solo un pretesto, persino per sfogare gli stessi istinti di violenza che emergono nelle curve degli stadi, avendo perso la sua funzione di mezzo per affermare ideali o idee d’una qualche rilevanza.
L’effetto concreto è quello di impedire alla scuola di svolgere la sua funzione naturale di regno del diritto allo studio, trasformandola in più di un caso in un laboratorio dei peggiori modelli di comportamento.
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