Scuola, i sindacati: “I prof no vax pagati per non lavorare”
E’ polemica sul rientro al lavoro dei prof no vax, i quali possono ora sì accedere agli istituti con il solo tampone, ma senza entrare a contatto con gli studenti.
Anche perché la platea interessata è rilevante: sono circa 4 mila i prof non vaccinati ed alcuni sindacati parlano di un totale di 10 mila persone che hanno scelto di non vaccinarsi nella scuola, comprendendo personale Ata e di segreteria.
Anche la Federazione lavoratori della conoscenza Cgil fa notare che i fondi necessari per pagare i supplenti dei no vax “vengono sottratti dal fondo di istituto: si prendono cioè alle scuole. E questo senza tener conto che tali risorse sono già state oggetto di programmazione didattica e di contrattazione, e dunque già impegnate per altre attività”.
Per la segretaria generale Cisl Scuola, Ivana Barbacci, è “un provvedimento ambiguo e quasi impraticabile”, che “rischia di creare problemi e disparità di trattamento tra il personale che si è regolarmente sottoposto alla vaccinazione, in molti casi non a cuor leggero, e chi invece non lo ha fatto. Credo poi che occorra considerare con grande attenzione la situazione dei lavoratori fragili, per i quali non sono prorogate le norme di tutela, pur in un contesto di contagi che non calano, anzi tendono ad aumentare. Inaccettabile infine – conclude – che i 14milioni per pagare i supplenti del personale utilizzato in altri compiti siano sottratti alle risorse contrattuali destinate alla valorizzazione dei docenti”.
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