Pubblicato il report Indire sull’impatto della pandemia nella didattica

INDIRE ha pubblicato la prima parte dell’indagine Impatto della pandemia sulle pratiche didattiche e organizzative delle scuole italiane nell’anno scolastico 2020/21.
Il lavoro intende analizzare l’andamento della didattica nel corso delle varie fasi della pandemia, caratterizzata da momenti di chiusura forzata e da un numero rilevante di studenti e docenti in quarantena.

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A differenza del primo lockdown, nella primavera 2020, in cui la chiusura totale delle scuole ha condotto all’attivazione della didattica a distanza (DaD) come unica modalità di interazione tra i docenti e gli studenti, nell’anno scolastico 2020/21, a seguito delle diverse ondate della pandemia e delle misure anti-Covid previste dai vari decreti, si è diffusa la didattica digitale integrata (DDI) come modalità complementare – e non alternativa – alla presenza.

A livello di metodologie, emerge come nel corso della pandemia siano state ampiamente utilizzate dai docenti metodologie didattiche innovative e interattive, quali il Project-Based Learning, la Flipped classroom, il Debate, l’Apprendimento cooperativo, la Didattica breve, che erano tra quelle raccomandate dal Ministero.
Alcune di esse, tuttavia, erano già adottate anche prima della pandemia. Tra i task osservati, l’indagine ha approfondito anche le dinamiche relative all’uso della telecamera accesa nei vari momenti dell’attività didattica e alle strategie per il coinvolgimento e la motivazione degli studenti nelle lezioni a distanza.

In merito alla frequenza di utilizzo delle risorse didattiche, l’uso di supporti e risorse per la didattica, pur con qualche cambiamento rispetto a prima della pandemia, sembra non aver intaccato il primato detenuto dal libro di testo, che risulta ancora essere tra le risorse più frequentemente utilizzate.

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