I dubbi di presidi, dirigenti regionali e Anci sul ritorno a scuola
La scuola in presenza piace a tutti, ma la prospettiva di tornare a farla da remoto è dietro l’angolo. Nessuno lo vuol dire, per lasciare l’illusione che la didattica a distanza sparirà, ma la realtà è un’altra: poche Regioni hanno la possibilità, per le scuole superiori, di far tornare i ragazzi in aula se dovranno stare lontani un metro l’uno dall’altro.
L’impressione per docenti e dirigenti, ma anche per i sindacati, resta tuttavia quella che siamo siamo punto a capo. A loro parere, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha redatto un protocollo che ricalca il precedente, ma non ha risolto il problema della carenza di aule e il nodo dei trasporti.
La questione si lega anche al tema delle cosiddette classi pollaio che non sono ancora sparite: il 6% delle scuole secondarie superiori ha più di 27 alunni per aula, così come il 27% ne ha meno di 15 (la media nazionale è 20-22 alunni). In primo luogo, andrebbero rivisti i criteri di formazione delle classi, secondo gli assessori regionali ma anche per i vertici degli Usr.
Se anche ci fossero gli spazi, infatti, servirebbe più organico.
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