Abbandono scolastico, impennata di segnalazioni alle procure minorili dopo un anno di Covid. “Con la dad i ragazzi più fragili non ce la fanno”
A livello nazionale, al ministero dell’Istruzione, non hanno nessun numero sulla dispersione scolastica registrata in quest’ultimo anno di scuola a singhiozzo.
Nemmeno gli uffici scolastici regionali, in questi mesi, hanno raccolto percentuali per comprendere cosa è successo e chi ha lasciato i banchi per sempre o ha fatto un numero di assenze troppo elevato.
L’unica realtà ad avere un monitoraggio sulle conseguenze della crisi sanitaria nella scuola è proprio Save the children che in collaborazione con l’istituto di sondaggi Ipsos ha presentato il 5 gennaio un’indagine da cui emerge che “il 28% degli adolescenti dichiara che dall’inizio della pandemia almeno un compagno di classe ha smesso di frequentare la scuola”. Ad accorgersi dell’aggravarsi della situazione sono, invece, i procuratori minorili.
Il quadro, seppur carente dei dati ufficiali nazionali del ministero di viale Trastevere, preoccupa tante persone. In primis c’è Marco Rossi-Doria, neo presidente di “Con i Bambini”: “La dispersione scolastica e l’abbandono della scuola sono fenomeni purtroppo ben presenti già prima del Covid, soprattutto al Sud e in particolari aree sociali, nelle grandi periferie urbane ma non solo. Tra gli effetti sociali del Covid vi è sicuramente l’acuirsi di tali fenomeni e più in generale l’aumento delle diseguaglianze educative.”
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