Scuola aperta a tutti i costi? Salviamo gli alunni ma anche gli insegnanti
Alunni e genitori di tutta Italia sono in apprensione. Le scuole superiori chiuse ovunque, le medie in alcune regioni. La didattica a distanza un incubo dal quale sfuggire, quando possibile.
Il teorema della ministra è che le scuole siano dei luoghi sicuri. Per questo non devono essere chiuse. Un teorema condiviso dalla quasi totalità degli alunni e dalla gran parte dei loro genitori.
Ma contrastato da una altra componente della scuola, tutt’altro che irrilevante: gli insegnanti. Almeno quelli delle medie, preoccupati anche loro, non solo per le eventuali lezioni a distanza e neppure per la necessità di rivedere la programmazione stabilita: sono preoccupati piuttosto dalla didattica in presenza.
Le motivazioni degli insegnanti più che plausibili, basta andarci davvero in classe per rendersene conto. Già perché in diversi istituti i famosi banchi monoposto sono finalmente arrivati, ci sono anche le mascherine e gli igienizzanti, ma mancano le aule, in molti casi del tutto inadeguate: parlo degli spazi, appena sufficienti a garantire il distanziamento previsto, ma anche degli infissi delle finestre, così malridotti da non poterne consentire l’apertura e dunque assicurare il necessario ricambio d’aria.
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