Educazione e tecnologia: le app non sono tutte uguali
C’è una grande confusione nel discutere del potere educativo o diseducativo delle app.
Le app hanno il potere di trasformare i dispositivi mobili in strumenti di apprendimento e di intrattenimento. Al giorno d’oggi molti bambini sotto gli otto anni possiedono già uno smartphone o un tablet. Questo può comportare un effetto di retrocessione nel momento in cui il genitore affida al dispositivo il compito di tenere occupato il bambino, per esempio, in auto o al ristorante. Questi dispositivi sono spesso utilizzati come babysitter oppure come ricompensa per il buon comportamento.
Scegliere gli strumenti adeguati non è facile ma questi possono aiutare ad arricchire la didattica. Il tutto non è però esente da alcuni rischi educativi. Ecco a che cosa bisogna fare attenzione.
La sostituzione nella relazione docente-studente: il dispositivo non deve diventare l’educatore ma un mezzo utile all’insegnante per produrre un’educazione consapevole e facilitata.
La dipendenza dal digitale è il nuovo fenomeno che si manifesta nei giovani non guidati correttamente nell’educazione all’uso di questi strumenti. Da evitare il meccanismo della dipendenza dopaminergica, cioè quello della ricompensa, e quindi associato alla gratificazione e al piacere.
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