Maturità 2019, poverelli i nostri studenti-cavia…
Poverelli i nostri studenti-cavia che, al contrario di tutti gli altri che li hanno preceduti e che li seguiranno, sperimenteranno sulla propria pelle con un preavviso di pochi mesi ciò che andrà e ciò che non andrà affatto di questa raffazzonata riforma.
Ovviamente sull’orale ancora si sa poco e il promesso video del Miur si è rivelato solo una gif animata di vari cartelli con sopra le solite ovvietà che chiarisco quasi nulla.
Peccato che la casualità di tutto sia garanzia, meno che di equità, a maggior ragione se parliamo di programmi didattici, visto che gli argomenti affrontati non hanno tutti la stessa difficoltà, la quale, peraltro, dipende anche dall’approccio e dalle caratteristiche personali dei singoli discenti e, così, tra le tante possibilità c’è anche quella, piuttosto probabile, che a tutti capiti il peggior argomento possibile.
Per quale ragione, dopo 3 anni di contatto e insegnamento continui non dovrei essere io stesso a giudicare i risultati del mio allievo? Perché a tirare le somme di tutto questo lavoro, fatto non solo di ‘competenze’ o ‘abilità’, ma di relazioni umane, di scambi, scontri e obiettivi raggiunti o mancati, deve essere un collega che vedrà quel ragazzo per meno di un’ora e sulla base di soli due elaborati? Quale vantaggio c’è, in tutto ciò, per l’allievo, per la scuola, per la società e per l’amor proprio di noi insegnanti?
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