WhatsApp, il galateo per i messaggi vocali
L’amore e l’odio (di chi li riceve) e i consigli: «Inviarli solo se necessari, e mai oltre i 10 secondi»
Il memo audio è comodissimo per chi lo invia, perché può farlo mentre cammina o cucina, ma di rado è pratico per chi lo riceve. Non puoi ascoltarlo se stai parlando con qualcuno, se sei già al telefono o in riunione. Devi mettere le cuffie o lo sentiranno tutti, col rischio di situazioni imbarazzanti, o devi avvicinare il telefono all’orecchio. Decisamente maleducato, se sei in compagnia. Nel frattempo, non puoi sapere se è urgente, se è una richiesta di aiuto o una divagazione su quanto freddo fa oggi.
Spesso, negli audio, si tende a essere troppo assertivi. È insomma una comunicazione che esclude la risposta e riceverlo può essere straniante.
I messaggi audio, però, hanno i loro vantaggi. Non sono equivocabili, non necessitano di emoji per chiarirne il senso, sono imbattibili quando vuoi far sentire la tua voce.
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