Perchè la scuola non parla d’amore e la riforma è un’occasione mancata

Corriere della Seradi Antonella De Gregorio e Carlotta De Leo
La scuola dovrebbe occuparsene di più. Parlare di amore, relazioni, sesso. Dei corpi che crescono e cambiano, delle emozioni che si agitano, come stagioni impazzite, dentro cuori impreparati. E invece, dopo 25 anni di proposte, non c’è ancora una legge che istituisca corsi obbligatori. E le scuole non hanno soldi nemmeno per metterli tra quelli opzionali, o se lo fanno incontrano ostacoli burocratici, normativi, ideologici.

È il supporto a mancare, a questi ragazzi, a scuola e a casa. Il ruolo di genitori e insegnanti è fondamentale, nella sessualità come in tutti gli aspetti della crescita, invece il più delle volte gli adolescenti ricorrono al passaparola o a Internet, con tutte le conseguenze di un’informazione errata o parziale. Trattare l’argomento con gli adulti risulta imbarazzante o difficile, anche perché i genitori, a loro volta, non hanno parole, non hanno memoria di esperienze da trasmettere…

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