Sono compatibili il cellulare e la scuola?
di Gianni Zen
Il cellulare, possiamo dire, è l’emblema, il simbolo della vita come immediatezza, come desiderio da soddisfare subito, di una vita intesa come eterna connessione, per cui il dramma, di converso, è vedere che nessuno ti chiama, si collega con te, nel senso che rischi di essere invisibile, cioè di non-essere.
E la scuola? E’ il suo opposto. E’, in sintesi, la palestra nella quale i ragazzi, di concerto con i loro docenti, esercitano l’intelligenza, come sapere, come relazione, come emozione, come vita. Quindi è il luogo non della immediatezza, ma della mediazione, la stessa che porta all’oltre-di-sé, all’oltre-da-sé.
Quando qualche genitore brontola perché a scuola capita che venga sequestrato il cellulare del proprio figlio, che lo sta, in forma indebita, usando in classe, dovrebbe ricordarsi il valore della scuola. La quale, su questo aspetto, assume una responsabilità (l’educazione intelligente delle tecnologie) che dovrebbe essere anzitutto dei genitori.
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