Contributo volontario, quella «tassa» imposta dalle scuole alle famiglie
… le scuole continuano a chiedere ogni anno alle famiglie una cifra – che vai dai 50 ai 200 euro – per sostenere le spese di gestione e le attività integrative degli studenti.
Soldi che vengono spesi per le esigenze più diverse: dai lavoretti di manutenzione alle fotocopie, dai progetti integrativi al funzionamento dei laboratori, dalla carta igienica ai colori, dagli armadietti alle risme di carta. E chi non paga, rischia l’isolamento e la diffidenza degli altri genitori. Ma è giusto? E la richiesta non può essere arginata?
Va bene che per l’autonomia scolastica gli istituti integrino le proprie attività grazie al contributo dei genitori degli studenti, ma il tutto dovrebbe avvenire in un clima di reciproca collaborazione.
E non assumere i toni della minaccia o del ricatto, ma nemmeno dell’imposizione. «Chiedo collaborazione alle scuole e agli uffici scolastici regionali – avverte il ministro dell’Istruzione – Il Miur, senza inutili demagogie, vigilerà su ogni situazione».
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